«Matrimonio per tutti» dalla prospettiva dei diritti dei bambini

8 Settembre 2021

Di che cosa si tratta?

A dicembre 2020 il Parlamento ha approvato il «Matrimonio per tutti». Già ora, in Svizzera migliaia di bambini vivono in famiglie omogenitoriali. Le modifiche del Codice civile svizzero comprendono:

  • l’apertura al matrimonio per le coppie dello stesso sesso;
  • l’adozione congiunta di figli;
  • l’accesso alla donazione di sperma per le coppie lesbiche sposate;
  • il riconoscimento della genitorialità del secondo genitore dalla nascita, se il bambino è stato procreato in Svizzera tramite la procreazione con assistenza medica.
     

Come devono essere interpretate queste novità dal punto di vista dei diritti dei bambini?

Consideriamo le singole novità facendo riferimento alla Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (Convention on the Rights of the Child - CRC) ((LINK)). Ai sensi dell’art. 3, par. 1, e dell’art. 2 della CRC si applicano i principi secondo i quali si deve anteporre l’interesse del bambino, nel quale rientra la tutela del suo benessere. Il bambino gode, tra le altre cose, del diritto alla vita, alle cure genitoriali, a un’educazione priva di ogni forma di violenza, alla protezione dai maltrattamenti, all’uguaglianza, alla salute, all’istruzione, al gioco e al tempo libero, nonché alla non discriminazione, in particolare con riferimento anche a questioni di natura giuridica.

L’attuale situazione dei bambini che in Svizzera vivono in famiglie omogenitoriali non è risolta conformemente alla CRC per quanto riguarda gli aspetti indicati di seguito. 
 

Posizione svantaggiata in caso di separazione e decesso

In Svizzera, per entrambi i partner di coppie omosessuali non è facile essere legalmente riconosciuti come genitori del bambino. Dal punto di vista giuridico, dunque, questi bambini si trovano in una posizione svantaggiata soprattutto in caso di separazione o decesso di uno dei genitori.

In caso di separazione, l’autorità parentale non spetta a entrambi i genitori. Il bambino perde il co-genitore per quanto riguarda la rappresentanza nelle decisioni importanti (scuola, salute ecc.). Il bambino non gode inoltre di alcun diritto al rapporto personale e alla permanenza presso la persona che non viene riconosciuta come genitore. Secondo la Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, tuttavia, entrambi i genitori devono essere responsabili congiuntamente dell’educazione e dello sviluppo del bambino (art. 18, par. 1 della CRC).

Il bambino non ha altresì diritto al mantenimento da parte del genitore non riconosciuto legalmente, una situazione che comporta una condizione economica sfavorevole per i bambini di coppie omosessuali.

In caso di decesso, l’autorità parentale non viene accordata dalla legge al genitore rimasto, se la persona in questione non viene riconosciuta legalmente come genitore. Per quanto concerne l’eredità, i bambini di coppie omosessuali sono penalizzati, in quanto non godono di alcun diritto alla rendita per orfani e non sono riconosciuti come eredi legittimi.
 

È necessario trovare una soluzione alle lacune giuridiche

Questa serie di circostanze mostra quanto sia importante, dal punto di vista dei diritti dei bambini, rendere possibile anche un quadro giuridico adeguato per le strutture esistenti di queste famiglie. Se i bambini crescono come figli di una coppia omosessuale, entrambi i genitori devono essere legalmente riconosciuti come tali. 

L’attuale possibilità di adottare i figli del partner non è in questo caso sufficiente, poiché non si applica dalla nascita e la procedura di adozione presenta diverse difficoltà che potrebbero condurre persino al suo fallimento.
 

Il matrimonio per tutti tutela i diritti dei bambini

L’Ufficio dell’Ombudsman dei diritti dei bambini Svizzera vede nelle modifiche del Codice civile soluzioni appropriate per eliminare la discriminazione di natura giuridica di cui sono vittime i bambini e i ragazzi interessati.

Un ulteriore aspetto importante è rappresentato dalla regolamentazione concernente l’accesso alla donazione di sperma in Svizzera per le coppie lesbiche sposate, in quanto secondo la CRC deve essere garantito al bambino il diritto di conoscere la propria filiazione. Per questo motivo, la nuova legge è esplicitamente formulata in maniera tale che in futuro la moglie della madre biologica sia considerata come madre del bambino soltanto se quest’ultimo è stato procreato secondo le disposizioni della legge sulla medicina della procreazione. Se la donazione di sperma avviene all’estero, la moglie non viene registrata come madre. Scopo di tale norma è assicurare che la donazione di sperma avvenga in Svizzera e che ai bambini venga dunque garantito il diritto all’identità e alla conoscenza della propria filiazione. 

Sin dalla nascita i bambini dovrebbero essere informati in merito alla loro procreazione in maniera trasparente e consona alla loro età. Secondo la normativa vigente, i figli adottivi di coppie eterosessuali hanno automaticamente il diritto di conoscere la propria filiazione soltanto a 18 anni. Siamo convinti che a tutti i bambini, siano essi figli di coppie sposate eterosessuali oppure omosessuali, tale diritto debba essere riconosciuto al più tardi a partire dal momento in cui hanno capacità di discernimento. Proprio durante la pubertà queste conoscenze possono essere di vitale importanza per lo sviluppo del bambino.

L’Ufficio dell’Ombudsman dei diritti dei bambini non considera in alcun modo la revisione della legge un pericolo per la tutela e la promozione dei diritti dei bambini, che a suo parere verrebbero invece rafforzate alla luce delle osservazioni di cui sopra.

A essere determinante per il benessere dei bambini è prima di tutto la qualità dei rapporti. I bambini necessitano di persone di riferimento fidate, affidabili e disponibili, di cure genitoriali e di una casa sicura, nonché di un ambiente stabile ed eterogeneo caratterizzato da rapporti con i nonni, i padrini e altre persone care. Questi sono i presupposti migliori possibili per il sano sviluppo del bambino.